Lo zolfo nelle Marche - Storia geologica e industria mineraria

Chiuse ormai da oltre mezzo secolo, scomparsi quasi tutti i minatori che vi hanno lavorato, rimane solo il ricordo delle miniere di zolfo delle Marche e di un distretto minerario di importanza mondiale, quello da cui proviene anche il cristallo di zolfo più grande del mondo, rinvenuto nella Miniera di Perticara (PU) del peso di circa 5 Kg, oggi conservato presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano.
Non tutti sanno che, dopo la Sicilia, la maggior industria estrattiva dello zolfo si è sviluppata nelle Marche, dove furono attive le due più grandi miniere d'Italia, Perticara (PU) e Cabernardi (AN), che si distinsero per importanza dei giacimenti, per sviluppo dei lavori e per volumi di produzione. L'industria solfifera italiana, che per secoli detenne il monopolio mondiale, ora non esiste più. L'introduzione di metodologie estrattive innovative applicate a situazioni geologiche favorevoli (processo Frash) come negli Stati Uniti e nel Golfo del Messico, nonché i recuperi da gas naturali e dalle raffinazioni degli idrocarburi, hanno incrementato notevolmente la produzione di zolfo al punto di provocarne il crollo dei prezzi e la chiusura di tutti i distretti minerari italiani compreso quello marchigiano. I giacimenti di zolfo marchigiano sono ancora lì, nel sottosuolo, disponibili un giorno se le condizioni economiche lo richiedessero.
Come e quando si è formato lo zolfo nelle Marche? Come si estraeva? Che uso se ne fa?
A queste ed ad altre domande si cercherà di dare una risposta nel corso di una conferenza, con attività interattive, dedicata alle scuole ed in un “caffè scientifico” con intermezzi letterari e musicali sul tema.