Dal vuoto della cava al pieno di natura: la foresta urbana di Lecce

DATA DELL'EVENTO
Sab, 21/10/2017 Ore 10.00
LUOGO DELL'EVENTO
Parco della foresta urbana del WWF Salento, Via San Cesario n. 45, Lecce
ISCRIZIONE
Obbligatoria entro il 14/10/2017 , ingresso libero

Sei pronto ad immergerti in una misteriosa foresta incastonata nel centro urbano di una città così splendidamente barocca come Lecce? Questo e tanto altro potrà ammirare il visitatore che vorrà partecipare all’evento organizzato da Geomod e dal WWF Salento e che consentirà la visita ad una cava dismessa di Pietra leccese, oggi recuperata agli usi didattici.
La cava in questione, denominata “Tagliatelle” e ribattezzata la foresta urbana di Lecce è gestita dal WWF: questa cava, invisibile ai più, caratterizza una grande estensione del territorio a ridosso della linea ferroviaria, in direzione San Cesario. Scavate a “fossa”, cioè mediante ripidi pareti verticali, e “a cielo aperto”, cioè non in sotterraneo, queste cave, che un tempo dovevano ospitare numerosi operai intenti nel loro lavoro di estrazione della pietra, oggi sono uno splendido laboratorio di vita animale e vegetale che si è adattata alle particolari condizioni ambientali di cava. La visita consentirà di ammirare gli strumenti di un tempo, osservarne i segni sulle pareti di roccia e rivivere le fasi dell’estrazione mediante la proiezione di un filmato dell’epoca della coltivazione.
La visita guidata consentirà inoltre di spiegare i processi che hanno portato alla deposizione degli strati rocciosi. La storia della pietra è infatti molto più antica di quella dell’uomo che l’ha cavata, una storia che comincia circa 17 milioni di anni fa quando in Europa si andavano formando le catene montuose degli Appennini, delle Ellenidi e delle Dinaridi e in Salento, di contro, il mare aveva invaso completamente il territorio inondandolo sino a sommergerlo sotto una coltre di acqua spessa sino a 200 m. In questo mare miocenico, riccamente popolato da delfini, squali, tartarughe e quanto altro potete immaginare, minuscoli organismi unicellulari planctonici, i foraminiferi, si depositavano sui fondali del mare di allora, contribuendo in maniera sostanziale alla formazione di quei sedimenti che, molti milioni di anni dopo, l’uomo battezzò con il nome di Pietra leccese. Ricci, conchiglie di lamellibranchi, tane di crostacei sono l’incredibile testimonianza del mare che fu e che è possibile osservare nelle pareti della cava dove la Pietra leccese ci appare in una delle sue varietà migliori, il “leccisu”, giallo paglierina calcarenite così tenera da farsi dolcemente plasmare nelle mani degli artisti che hanno reso glorioso il barocco leccese.
In cava gli aspetti geologici fanno da sfondo a quelli biologici. La storia del sito è quella di molti altri di tipo estrattivo: alla fine del 1800 le cave della strada Lecce – San Cesario erano già in gran parte abbandonate tanto che una porzione di esse venne utilizzata come bacino di raccolta delle acque meteoriche ricadente nel territorio comunale. Questo aspetto condizionò fortemente la mancata espansione del centro abitato in direzione meridionale: in quegli anni questa zona di Lecce visse un periodo di intenso degrado come testimoniato, tra l’altro, dal verificarsi di alcuni casi di malaria. Dismesso l’uso come bacino di raccolta, l’attività estrattiva riprese vigore e perdurò in alcuni lotti sino alla metà degli anni 1950 ma le condizioni di mancata sicurezza rendevano il lavoro precario e pericoloso tanto che pian piano quasi tutti abbandonarono la coltivazione della pietra. E’ in questo periodo quindi, verso il 1960, che comincia una nuova stagione di questa porzione di territorio urbano, quella agraria con l’impianto di numerosi agrumeti. Ma anche in questo caso i propositi di un nuovo utilizzo non trovano riscontro nei guadagni e le cave vengono progressivamente abbandonate. Una grande fortuna si potrebbe dire oggi! Si perché la natura, nel giro di pochi anni, si è rimpossessata di quegli spazi che le erano stati tolti, si è sviluppata rigogliosa e senza condizionamenti favorendo così il popolamento di specie animali e stabilendo un nuovo fantastico ecologico equilibrio dove la pietra calcarenitica sembra riprendere vita nell’abbraccio delle radici delle piante. E’ questo il fantastico potere delle cave “tagliatelle”, quello di mutare gli scenari, da quello marino di 17 milioni di anni fa a quello di cava dove l’unica forma di vita in grado di resistere era quella umana, sino a quello così biologicamente terrestre e diverso di oggi. Le guide del WWF illustreranno tutti gli aspetti floristici e faunistici rendendo al visitatore l’idea dello stretto legame esistente tra mondo geologico e biologico!


CARATTERISTICHE DELL'ESCURSIONE
Distanza: 1.5 km
Dislivello: 25 m


ISCRIZIONE E ASSICURAZIONE
Iscrizione obbligatoria entro il 14/10/2017
Ingresso libero
Modalità di iscrizione:

Per iscriversi bisogna inviare una email di richiesta a info@geomod.it allegando un documenti di identità valido. Si riceverà una mail in risposta con le istruzioni da seguire per completare l'iscrizione.

Numero massimo partecipanti: 60
Assicurazione necessaria, a carico del partecipante



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