Vivere su un vulcano attivo oggi e… 4 mila anni fa: geoarcheologia a Stromboli

DATA DELL'EVENTO
Dom, 12/10/2014 - Lun, 13/10/2014 Ore Ore 11.00-18.00 del 12 ottobre; ore 17.00-22.00 del 13 ottobre (facoltativa).
LUOGO DELL'EVENTO
Piazza antistante la Chiesa di San Vincenzo -, Isola di Stromboli (ME)
ISCRIZIONE
Obbligatoria entro il 05/10/2014 , ingresso libero
CONTATTI
Sara Levi, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Modena e Reggio Emilia; E-mail: saratiziana.levi@unimore.it, Tel 059 2055862; Mobile 348 2252062 - Alberto Renzulli, Dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell'Ambiente, Università di Urbino; E-mail: alberto.renzulli@uniurb.it; Tel 0722 304231; Mobile 339 5667830

Stromboli (Arcipelago delle Eolie, Mar Tirreno meridionale) è un vulcano attivo situato sull’isola omonima e i suoi prodotti subaerei più vecchi riconosciuti e mappati dai geologi hanno circa 100 mila anni. Ma le eruzioni sottomarine di questo vulcano, prima che emergesse dal mare risalgono ad almeno 200 mila anni fa. Stromboli rappresenta infatti la parte emersa (924 m s.l.m.) di un cono che dal fondale marino si innalza per circa 3000 metri.
L’attività vulcanica di Stromboli persistente è caratterizzata da eruzioni esplosive di intensità moderata di tipo “Stromboliano” (nella parte sommitale a circa 750 m s.l.m.) un termine vulcanologico che per l’appunto viene esteso ad eventi eruttivi di questo tipo in qualsiasi altro vulcano del Pianeta Terra. A seguito della crisi eruttiva del 2002-2003, durante la quale si è assistito anche ad un evento di “tsunami” generato dal collasso di parte del versante nord-occidentale subaereo (la cosiddetta “Sciara del Fuoco”) e sottomarino del vulcano, la Protezione Civile italiana e la comunità vulcanologica (INGV e Università) hanno posto una maggiore attenzione al monitoraggio dell’attività di Stromboli rivolta alla mitigazione del rischio sull’isola. Pertanto Stromboli risulta oggi un vulcano in cui è presente un sistema di sorveglianza geofisico e geochimico tra i più completi nel panorama dei più di mille vulcani attivi sul Pianeta Terra. Ed anche la popolazione di Stromboli percepisce distintamente lo sforzo di coordinamento delle attività di sorveglianza vulcanica che sono portate avanti dal Centro Operativo Avanzato (COA) della Protezione Civile situato nelle propaggini occidentali dell’abitato di San Vincenzo.
Una ricerca multidisciplinare archeologica e vulcanologica si sta svolgendo a Stromboli da ormai sei anni su un vasto pianoro a circa 70 metri sul livello del mare nella parte nord-orientale dell’isola (attuale abitato di San Vincenzo). Il progetto è frutto della collaborazione con la Soprintendenza di Messina, il Museo di Lipari, il CNR-ISMA e la circoscrizione di Stromboli e ha un carattere didattico e scientifico coinvolgendo numerosi specialisti e studenti di diverse istituzioni italiane e straniere.
Lo scavo ha messo in luce circa 600 mq nella parte sud-orientale del pianoro, località in posizione strategica che permette il controllo visivo di buona parte del Tirreno meridionale compreso lo Stretto di Messina. Lo studio congiunto archeo-geologico ha permesso di datare eventi umani e vulcanici e di definire il sistema di scambi tra le isole dell'arcipelago attraverso lo studio dei materiali.
Sebbene una primissima occupazione umana dell’isola risalga al tardo Neolitico e prima parte dell’Eneolitico (3500 anni a.C., “facies Spatarella”), lo scavo archeologico di San Vincenzo, che rappresenta il focus del progetto, ha messo in evidenza la presenza di un vasto villaggio dell’Età del Bronzo con capanne circolari organizzate su terrazzi e delimitate da mura in pietra locale. Queste strutture sono costruite su un deposito di lave e scorie datato 6200 anni fa (con metodi di datazione paleo magnetici) che costituisce le loro fondamenta. Lo scavo archeologico ha portato alla luce anche numerosi frammenti di ceramica fatta a mano, talvolta con decorazioni incise, appartenenti alla facies di Capo Graziano (Bronzo antico e medio 1-2). Le datazioni al radiocarbonio su più di venti livelli dello scavo archeologico indicano una lunga occupazione del villaggio dell’Età del Bronzo (circa 2290 e 1475 anni a.C.). La ceramica micenea importata dall’Egeo nelle prime fasi del Bronzo medio (Tardo Elladico I-II) conferma la cronologia determinata al radiocarbonio.
Quattromila anni fa gli abitanti di Stromboli vivevano su un vulcano che non era però ancora entrato in attività persistente (il passaggio a questo stile eruttivo risale infatti tra il terzo e il settimo secolo AD) e pertanto la percezione di rischio poteva essere alquanto sottovalutata.
Dopo l'Età del Bronzo iniziale e medio 1-2 non esistono a Stromboli evidenze di occupazione umana fino al periodo classico (una necropoli greca datata nei pressi della spiaggia di Fico Grande tra 320 e 250 anni a.C.). Nel pianoro di San Vincenzo sono nuovamente attestate evidenze di età romana riconducibili alla tarda età imperiale (II-IV secolo AD) e medievali. Un livello di tefra che ricopre un canale contenente ceramica invetriata del XII-XIV secolo è stato datato al radiocarbonio XIV-XVI secolo AD e potrebbe rappresentare il primo evento eruttivo parossistico documentato da fonti storiche (cfr. Tommaso Fazello).


CARATTERISTICHE DELL'ESCURSIONE
Livello di difficoltà: basso
Distanza: 3 (per la giornata del 12 ottobre) km
Dislivello: 400 (per la giornata del 12 ottobre) m


ISCRIZIONE E ASSICURAZIONE
Iscrizione obbligatoria entro il 05/10/2014
Ingresso libero
Modalità di iscrizione:

Tramite E-mail ai seguenti indirizzi di posta elettronica: saratiziana.levi@unimore.it, alberto.renzulli@uniurb.it

Numero massimo partecipanti: 25
Assicurazione non necessaria



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