Le bellezze del nostro territorio
In occasione della sesta edizione della settimana del Pianeta Terra 2018, la PROLOCO di Aprigliano, anche quest’ anno vuole proporre al pubblico un geoevento che promuova la conoscenza del territorio, la sua storia e che sostenga un corretto rapporto con la natura. Dal punto di vista economico, la storia dei mulini nel nostro paese ha da sempre suscitato un'importanza rilevante in quanto sin dalla fine della seconda guerra mondiale è stata considerata una "zona industriale" dove erano presenti attività lavorative quali: la filandola (che lavorava la lana), un primo mulino per la macina fine del grano e della segale, un secondo mulino per la macina grossa della farina di castagne e del granoturco, una segheria per la trasformazione dei tronchi e una seconda segheria per realizzare infissi. Tutte le macchine sfruttavano l'energia prodotta dall'acqua, infatti molti di questi mulini si trovavano nei pressi del fiume. Dal punto di vista storico-culturale, la storia dei luoghi di culto antico suscita curiosità ed interesse. A tal proposito vogliamo far conoscere un vecchio monastero di recente restaurato, a Canale, ricadente come territorio nel vicino comune di Pietrafitta, ma accessibile dal nostro paese. Un luogo florense che fu l'ultima tappa di vita di Gioacchino di Fiore, monaco, teologo, abate calabrese. Gioacchino, Abate di Fiore, fondatore dell’Ordine Florense, nasce nel XII secolo con papa Innocenzo II (1130 – 1143) e sotto il regno normanno di Sicilia guidato da Ruggiero II (1105 –1154), nel 1135 a Celico, dal padre Mauro, notaio, e dalla madre Gemma. Gioacchino viene al mondo in un’età che gli studiosi della storia occidentale hanno sempre trovato tanto affascinante quanto difficilissima da descrivere. I principali luoghi dell’ Abate di Fiore sono due, Celico, paese Nativo del Beato Gioacchino da Fiore e San Giovanni in Fiore, nel cui territorio vi sono due luoghi gioachimiti, Jure Vetere, la Primordiale Casa Madre dell’Ordo Florense e l’Abbazia Florense situata nel centro abitato della cittadina sangiovannese. Entrambi i suddetti luoghi fanno parte del Parco Nazionale della Sila, nel quale le fonti documentarie raccontano della presenza gioachimita in molti comuni del parco e che oggi questa presenza, in parte è andata perduta. Essi sono Acri, Aprigliano, Longobucco, Pedace, Sersale, Magisano, Cotronei, territori in cui l’Abate di Fiore, grazie al suo continuo viaggiare, conosceva e vi passava. Inoltre, il segno lasciato da Gioacchino lo si riscontra in altri comuni calabresi quali Luzzi e Corazzo, due esperienze di vita importanti nella vita dell’Abate di Fiore. Esperienze antecedenti all’ascesa di Gioacchino in Sila e che dicono molto nella formazione di questo grande Uomo vissuto nel punto di svolta della storia. Infine, il luogo in cui Gioacchino conclude la sua esperienza su questa terra, il luogo dove lascia la vita terrena per raggiungere la Gerusalemme Celeste, San Martino di Giove, di Canale nel piccolo borgo di Pietrafitta. Il luogo donatogli nel 1201 dall’Arcivescovo Andrea di Cosenza, nel quale in quello stesso anno l’abate Gioacchino vi gettò le fondamenta di un monastero florense che di lì a breve sarebbe diventato luogo di culto. La chiesa medievale con arcate protogivali improntata allo stile dell’architettura monastica francese del XI secolo, ha un interno ad unica navata, con tre absidi semicircolari e vasto transetto, ampiamente sporgente sulla nave. La chiesetta, costruita e decorata dallo stesso abate, costituiva un particolare luogo di ritiro spirituale. Proprio in questo luogo, mentre compiva il suo ultimo ritiro, andando a verificare i primi lavori del monastero di San Martino di Giove, iniziò ad ammalarsi, e il 30 Marzo del 1202 morì. Le sue spoglie rimasero in questo luogo per circa un quarto di secolo fino al 1226, quando vennero portate nell’abbazia di San Giovanni in Fiore. La lunga permanenza dei resti di Gioacchino a Canale avvalorerebbe l’ipotesi che, nei suoi originari progetti, egli avesse previsto che presso la chiesa di San Martino fosse organizzata una comunità religiosa e non una semplice grangia, come avverrà in seguito, a partire dal terzo decennio del secolo. Oggi in seguito al recente e meticoloso intervento di restauro, qualche mese fa è stata restituita alla leggibilità estetica l’antica chiesa di San Martino di Giove a Canale. Dal punto di vista naturalistico, l'intento è quello di far conoscere al pubblico la bellezza che la natura ci regala a pochi chilometri dal nostro centro abitato. Immerso nel cuore del parco nazionale della Sila, Casal Lardone, tempio di rara bellezza, edificio imponente interamente ristrutturato immerso in un parco di gran fascino che, per il suo patrimonio faunistico e naturalistico, riveste un'importanza internazionale; in particolare il richiamo proviene dagli alberi monumentali quali le due famosissime sequoie della specie gigante che sorgono accanto ad un abate greco anch'esso monumentale. Casal Lardone è certamente un simbolo di grande ricchezza per il nostro territorio, sede di escursionismo e scoutismo nei periodi estivi. La presenza di aree incontaminate nelle zone più impervie delle nostre montagne ha favorito la conservazione di specie animali ormai rarissime, patrimonio naturale di inestimabile valore.
Assicurazione non necessaria
PROLOCO DI APRIGLIANO

